Tumore della tiroide avanzato: In cosa consiste la terapia medica oncologica?
Inibitori delle tirosinkinasi
La terapia medica oncologica nei tumori avanzati della tiroide è costituita prevalentemente da farmaci detti biologici, perché in grado di agire direttamente contro uno o più meccanismi dei crescita specifici del tumore, con minori effetti collaterali in quanto vengono colpiti solo marginalmente i tessuti sani.
Nel caso dei tumori della tiroide esistono diversi tipi di terapie biologiche, che vengono scelte in base alle caratteristiche istologiche del tumore, e si chiamano inibitori delle tirosinkinasi (TKI).
Il principale meccanismo di azione è il blocco sia della proliferazione cellulare sia della crescita dei vasi che nutrono il tumore.
Farmaci disponibili in Italia
Oggi in Italia sono prescrivibili quattro tipi di questi farmaci: Lenvatinib e Sorafenib per il trattamento dei tumori della tiroide differenziati (follicolari e palpillari) avanzati (metastatici) o scarsamente differenziati, resistenti allo iodio e in progressione alla terapia radiometabolica, Vandetanib e Cabozantinib per il carcinoma midollare avanzato e progressivo.
Per i tumori midollari, nel caso di malattia metastatica la terapia biologica con farmaci che bloccano la crescita dei vasi sanguigni (antiangiogenetici) è la scelta principale coadiuvata da trattamenti locali sintomatici o mirati a trattare singole metastasi. I farmaci che oggi abbiamo a disposizione sono 2 inibitori tirosinchinasici: Vandetanib e Cabozantinib.
Per il tumore anaplastico della tiroide metastatico, si può considerare il trattamento con inibitori tirosinkinasici come Lenvatinib e Sorafenib, oppure inibitori di BRAF qualora se ne riscontrasse la mutazione all’esame istologico. Purtroppo, però, questa neoplasia è particolarmente aggressiva e spesso difficile da controllare.
Effetti collaterali delle terapie biologiche
Occorre comunque continuare a cercare nuovi farmaci e nuove procedure in quanto la loro durata d’azione appare purtroppo limitata nel tempo.
Chemioterapia
Qualora i tumori differenziati della tiroide vadano in progressione alla terapia biologica standard, è consigliabile la partecipazione a studi clinici con nuovi farmaci o nuove combinazioni.
Qualora questa strada non fosse percorribile, in pazienti che mantengono delle buone condizioni generali, si può pensare a somministrare la chemioterapia generalmente con Adriamicina 60 mg/m2 ogni 3 settimane fino ad un massimo di 459mg/m2 totali per evitare gli effetti collaterali sul cuore.
Successivamente si potrebbe valutare un trattamento con taxani (Taxolo o Taxotere) anche se i dati a favore di questi farmaci ad oggi sono ancora insufficienti e la loro efficacia è davvero molto limitata.
Mentre, nel caso in cui i farmaci biologici falliscano nel trattamento del tumore midollare della tiroide, in pazienti in buone condizioni generali, sarebbe auspicabile la partecipazione a studi clinici con nuovi farmaci o nuove combinazioni, ma, qualora non fosse possibile, la chemioterapia con adriamicina associata o meno a cisplatino anche se la loro efficacia è davvero molto limitata.
Nel tumore anaplastico della tiroide il trattamento di chemioterapia (cisplatino/carboplatino) associato a radioterapia è invece la scelta migliore per il trattamento di tumori non operabili.
I farmaci chemioterapici più frequentemente utilizzati per il trattamento della malattia metastatica sono i taxani (taxolo/taxotere), i platinanti (cisplatino/carboplatino) e l’adriamicina, da soli o ancor più efficacemente in combinazione.
Medico oncologo specialista ed esperto in tumori del distretto testa-collo e tiroide
IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano
- Pubblicazioni scientifiche - Ottobre 7, 2020