Lenvatinib è un inibitore delle proteasi, in particolare delle tirosinchinasi.
È indicato nei pazienti adulti per il trattamento del carcinoma differenziato della tiroide (papillare/follicolare/a cellule di Hurtle) progressivo, localmente avanzato o metastatico, refrattario allo iodio radioattivo.
Somministrazione di Lenvima

Lenvima si assume per bocca sotto forma di pastiglie.
La dose giornaliera raccomandata di Lenvatinib è 24 mg assunta una volta al giorno (due compresse da 10 mg e una compressa da 4 mg).
Se si dovesse saltare una dose questa, può essere recuperata a patto di assumerla entro 12 ore dall’orario prestabilito, altrimenti tale dose deve essere saltata e la dose successiva deve essere assunta all’orario di somministrazione abituale.
Il trattamento deve continuare fino a quando si osserva un beneficio clinico o fino a quando si verifica una tossicità inaccettabile.
Modifiche di dose
Come tutti i medicinali, l’assunzione di Lenvima può far insorgere effetti indesiderati ma non è detto che tutte le persone li manifestino.
Questi possono portare alla sospensione del farmaco o a riduzione della dose. In particolare se tali effetti collaterali sono lievi o moderati solitamente non è necessaria alcuna variazione, a meno che non risultino intollerabili mentre quelli importanti richiedono la sospensione fino a miglioramento significativo della sintomatologia, a quel punto Lenvima potrà essere ripreso ma alla dose ridotta.
In ogni caso qualsiasi disturbo va comunicato all’oncologo per una migliore gestione della malattia e della cura.
Effetti Collaterali di Lenvatinib
Gli effetti collaterali più frequenti, perché coinvolgono più del 30% dei pazienti sono:
- Ipertensione (68%). Regredisce alla sospensione del trattamento, tuttavia andrebbe prima controllata con farmaci specifici ed eventualmente, in caso di fallimento, beneficia di una riduzione di dose.
- Diarrea (62,8%). Dovuta all’alterazione della mucosa intestinale, solitamente si gestisce bene con i farmaci, la reidratazione, modifiche dietetiche e i fermenti lattici.
- Inappetenza (51,5%). Regredisce alla sospensione del trattamento o beneficia di una riduzione di dose.
- Dimagrimento o calo ponderale (49.1%). Nel caso in cui dovesse inficiare la corretta e adeguata alimentazione e il mantenimento del peso, il nutrizionista o l’infermiere/a specializzato sapranno dare i consigli del caso.
- Stanchezza o astenia (45,8%). Regredisce alla sospensione del trattamento o beneficia di una riduzione di dose.
- Nausea (44,5%). È necessario segnalare sempre all’oncologo l’insorgenza di questi effetti collaterali perché esistono farmaci antiemetici che sono molto efficaci e che vi aiutano a controllare i sintomi.
- Presenza di proteine nelle urine o proteinuria (36,9%). Regredisce alla sospensione del trattamento, tuttavia andrebbe prima controllata con farmaci specifici ed eventualmente, in caso di fallimento, beneficia di una riduzione di dose.
- Infiammazione della bocca o stomatite (35,8%). L’oncologo fornisce indicazioni su come gestire al meglio la situazione. La Mucosite può interessare anche il rivestimento dell’apparato gastrointestinale con conseguenti disturbi digestivi e intestinali.
- Vomito (34,5%). È necessario segnalare sempre all’oncologo l’insorgenza di questi effetti collaterali perché esistono farmaci antiemetici che sono molto efficaci e che vi aiutano a controllare i sintomi.
- Alterazione della voce o disfonia (34,1%). Regredisce alla sospensione del trattamento o beneficia di una riduzione di dose.
- Mal di testa o cefalea (34,1%). Regredisce alla sospensione del trattamento o beneficia di una riduzione di dose.
- Sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare (32,7%) ovvero arrossamento o dolore al palmo delle mani o alla pianta dei piedi. Regredisce alla sospensione del trattamento, tuttavia andrebbe prima controllata con creme a base di urea ed evitando calzature strette e/o traumatismi, eventualmente beneficia di una riduzione di dose.
L’ipertensione e la presenza di proteine nelle urine tendono a presentarsi soprattutto nei mesi iniziali del trattamento con Lenvatinib come pure la maggior parte degli effetti collaterali importanti eccetto che per la diarrea e il calo di peso che mantengono la stessa probabilità di insorgere per tutta la durata della cura.
Gli effetti collaterali più gravi e importanti sono:
- Compromissione renale o insufficienza renale (2,4%)
- Tromboembolia arteriosa (3,9%)
- Emorragia tumorale intracranica (0,7%)
- Compromissione del fegato o insufficienza epatica (0,2%)
- Attacco ischemico transitorio o TIA (0,7%)
- Infarto del miocardio (0,9%)
Medico oncologo specialista ed esperto in tumori del distretto testa-collo e tiroide
IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano
- Pubblicazioni scientifiche - Ottobre 7, 2020