Quando viene riscontrato un nodulo tiroideo, il paziente dev’essere inviato all’endocrinologo. Durante la visita, lo specialista procede innanzitutto con un’accurata anamnesi e un esame obiettivo completo.

L’anamnesi serve a valutare la presenza di fattori di rischio per tumori maligni (storia familiare positiva per tumori maligni della tiroide o pregressa esposizione a radiazioni ionizzanti durante l’infanzia e l’adolescenza) e di sintomi locali quali disfagia (difficoltà a deglutire), disfonia (cambiamenti nel tono della voce), dispnea (difficoltà a respirare) o sensazione di compressione nella regione del collo e sulla data di insorgenza.

L’endocrinologo valuta inoltre la presenza di sintomi e segni di disfunzione tiroidea (iper o ipotiroidismo) e chiede al paziente informazioni sulla terapia assunta, in particolare indaga l’eventuale utilizzo di farmaci o supplementi contenenti iodio (ad es. amiodarone, litio etc.).

Visita endocrinologica tumore della tiroide

L’esame obiettivo è volto a valutare le dimensioni e la consistenza della ghiandola tiroidea, oltre alla presenza di noduli, di cui il medico segnala il numero e la sede.

È importante inoltre completare la visita attraverso la palpazione dei livelli laterocervicali del collo, per identificare eventuali linfoadenopatie, di cui devono essere descritte consistenza e dimensioni.


L’endocrinologo richiede infine il dosaggio agli esami del sangue di TSH e della calcitonina, e quando necessario la determinazione del quadro anticorpale (anticorpi anti-tireoperossidasi e anti-tireoglobulina).

Francesca Perticone
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