Di fronte alla presenza di un nodulo tiroideo, l’endocrinologo richiede il dosaggio dell’ormone tireostimolante (TSH) per valutare la funzionalità tiroidea.

Nella maggior parte dei casi la presenza di un nodulo tiroideo non comporta un’alterazione della funzionalità ghiandolare. Alcuni noduli, tuttavia, possono produrre quantità eccessive di ormoni tiroidei. In questi casi di parla di “ipertiroidismo”. L’endocrinologo richiederà quindi una serie di ulteriori approfondimenti (ad es. scintigrafia, dosaggio degli anticorpi anti-recettore del TSH) per un miglior inquadramento diagnostico.

In presenza invece di “ipotiroidismo”, viene richiesto il dosaggio degli anticorpi anti-perossidasi e anti-tireoglobulina, per valutare la presenza di una sottostante tiroidite cronica autoimmune (tiroidite di Hashimoto).

Un altro esame che viene spesso richiesto in presenza di un nodulo tiroideo, è il dosaggio della calcitonina. La calcitonina è marcatore specifico del carcinoma midollare, patologia più rara ma più aggressiva. Il dosaggio routinario della calcitonina in tutti i pazienti con patologia nodulare tiroidea è tuttavia dibattuto.

La maggior parte delle linee guida non forniscono raccomandazioni né a favore né contro il suo utilizzo estensivo nell’inquadramento del nodulo tiroideo. Il dosaggio della calcitonina è comunque raccomandato in presenza di noduli con caratteristiche ecografiche sospette e/o in pazienti con storia familiare o sospetto clinico di tumore midollare della tiroide.

Ecografia della tiroide

L’ecografia rappresenta la metodica di scelta per la valutazione dei noduli tiroidei e la stratificazione iniziale del rischio di malignità.

È un esame sensibile, semplice, economico ed affidabile che permette di ottenere delle immagini ad elevata risoluzione. L’esame ecografico consente di documentare le dimensioni della ghiandola, i margini, le caratteristiche del parenchima, il numero, la sede, le dimensioni e le caratteristiche di eventuali noduli. L’esame del collo deve estendersi alla valutazione delle altre strutture ivi presenti, in particolare i linfonodi.

Approfondisci l’argomento sulla pagina dedicata all’Ecografia della tiroide.

Agoaspirato

L’agoaspirato tiroideo sotto guida ecografica rappresenta lo strumento diagnostico più accurato, sicuro e affidabile per la diagnosi citologica delle lesioni tiroidee.

È una procedura poco invasiva, eseguita con ago sottile (23-27 gauge), che consente il prelievo di alcune cellule tiroidee del nodulo da analizzare, al fine di ottenere una diagnosi citologica. È una procedura di semplice esecuzione, priva di complicanze severe, che può essere svolta in regime ambulatoriale. Una volta effettuato il prelievo si procede con lo striscio diretto su vetrino che rappresenta tuttora la tecnica più diffusa, rapida, poco costosa e ampiamente standardizzata.

Approfondisci l’argomento sulla pagina dedicata all’Agoaspirato tiroideo.

Sono necessari esami più “approfonditi”?

Esami di secondo livello (come la TC, la RM o la PET) sono raramente necessari nel caso dei tumori della tiroide, perché l’ecografia del collo è l’esame più sensibile e specifico per la patologia tiroidea.

Solo nel caso di patologie avanzate o quando la tiroide “scende” verso il mediastino o ancora quando vi è l’evidenza di un numero elevato di metastasi linfonodali, l’ecografia non sempre fornisce informazioni complete ed esaustive. In questi casi può rendersi necessaria l’esecuzione di una TC o una RM come integrazione diagnostica. La PET viene indicata nel follow-up, in alcuni pazienti con sospetto di metastasi a distanza.

Francesca Perticone
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